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Palinsesto

Palinsesto è la parola che torna
Sulla mia lingua e nella mia mente
Quando l'ondata si spinge
Sulla riva del mare, e io osservo
I contorni angolari
Tracciati sulla sabbia
Dove castelli e cittadelle
Sorgevano un tempo.
Ora cancellati dalla marea
Assomigliano, in verità,
A quegli antichi crateri
Che permangono su Ganimede
Ormai crollati al suolo
Completamente livellati
E non ne resta che il contorno:
Il palinsesto.
La mia mente è una pergamena
Che come la sabbia sulla riva del mare
E' cancellata e riusata
e non è più come una volta.
Elisha ben Avuyah, è scritto,
Una volta disse
E' colui che studia di Dio le leggi
Mentre è ancora un giovinetto
Con la sua mente come una pergamena nuova
Pulita e liscia.
Ma ora nella vecchiaia
La sua mente è soltanto
Un palinsesto.
                   DPS 1982

Note: Gli antichi Greci e Romani non usavano la carta: i loro libri erano scritti a mano su pergamena-- una pelle di animale, trattata opportunamente, che formava dei sottili fogli rigidi. La pergamena era costosa, e quindi, quando un libro non era più di grande interesse, la scrittura sulla pergamena veniva talvolta grattata via con un raschietto, e i fogli riusati. Questa pergamena così ripulita-- usabile di nuovo, ma non di buona qualità come quella nuova-- era chiamata palinsesto ("raschiato di nuovo", dal greco "palin", di nuovo, e "psan", raschiare). Il brano riportato è di Elisha ben Avuyah, citato tra gli antichi saggi ebrei, anche se considerato un apostata, ed è contenuto nel Mishnah, Detti dei Padri, VI, v. 25.

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Autore e Curatore:   Dr. David P. Stern
     Ci si può rivolgere al Dr. Stern per posta elettronica (in inglese, per favore!):   stargaze("chiocciola")phy6.org

Traduzione in lingua italiana di Giuliano Pinto

Aggiornato al 21 Marzo 2005