Molti strumenti permettono oggi ai fisici di misurare la lunghezza d'onda della luce. Lo strumento più comunemente usato dagli studenti è il reticolo di diffrazione, una lastrina con una serie di sottili incisioni parallele, a distanza costante una dall'altra. Sono oggi disponibili economici reticoli di plastica, stampati da una matrice metallica e montati su un telaietto di cartone, come le diapositive. Le onde di luce incidenti risuonano con le spaziature tra le incisioni, e sono leggermente deflesse di un angolo che dipende dalla lunghezza d'onda, per cui, conoscendo l'angolo e la spaziatura, è possibile calcolare la lunghezza d'onda. Così i reticoli possono scindere un fascio di luce nei suoi colori, come fa un prisma, e sono spesso usati negli spettroscopi.
[Illuminati lateralmente e con una superficie riflettente dietro di essi, i reticoli scintillano in un arcobaleno di colori, trasformando questi oggetti in una sorta di economici gioielli alla moda. Lo stesso fenomeno è responsabile dello scintillio iridescente dei CD, usati per registrare dati e musica, i quali anch'essi contengono tantissimi solchi paralleli].
Gli spettri
Scienziati del XIX secolo, in particolare Robert Bunsen (1811-99) e Gustav Kirchoff (1824-87), hanno osservato e catalogato gli spettri di molte sostanze. Tutto questo lavoro ha fornito un utilissimo strumento per analizzare la composizione dei metalli e di altre sostanze, metodo che è ampiamente usato tutt'oggi.
Anche il Sole emette delle righe spettrali. Quelle notate per prime furono delle righe scure (chiamate righe di Fraunhofer, dal nome del loro scopritore), che suggerirono l'esistenza di un aumento del fenomeno di assorbimento della luce, anziché di emissione. Atomi più freddi assorbono le stesse lunghezze d'onda che emetterebbero se fossero caldi -- per esempio, la luce di una lampadina a filamento, vista attraverso un tubo con vapori di mercurio troppo freddo per emettere luce, mostrerà delle righe scure in corrispondenza alle stesse lunghezze d'onda che sarebbero emesse dai vapori caldi di mercurio. Nel caso della luce solare, si è scoperto che l'assorbimento non era dovuto all'atmosfera terrestre (come si sarebbe potuto supporre), ma al Sole stesso.
Inoltre, comunque, anche la luce solare contiene molte righe brillanti di emissione, caratteristiche dell'idrogeno, del calcio e di altri elementi. Una riga gialla, scoperta nel 1868, fu dapprima identificata con la riga gialla del sodio, ma poi si vide che non aveva la giusta frequenza e non si accordava con lo spettro di nessun'altra sostanza nota. L'astronomo inglese Norman Lockyer infine propose che si trattasse di una nuova sostanza, ignota sulla Terra, ed aveva ragione: l'elemento "elio" (da "helios", il nome greco del Sole) fu identificato in un materiale terrestre da William Ramsay nel 1895 e in seguito fu da lui isolato.
Per saperne di più
Sul sito
http://umbra.nascom.nasa.gov/images/ vi è una utile raccolta di informazioni a proposito del Sole, incluse le più recenti immagini solari ottenute da vari osservatori. Le immagini sono prese attraverso filtri che isolano sottili intervalli di colori emessi da varie sostanze (cioè le "righe spettrali"), e mostrano molti dettagli delle zone attive del Sole.
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